domenica 26 agosto 2012

Sorgente nel deserto: scegliere oggi



Domenica XXI tempo ordinario

Gs 24,1-2.15-17.18
Sl 33
Ef 5, 21-32
Gv 6, 60-69


Chiamati oggi a presentarci davanti a Dio, per scegliere e decidere oggi chi seguire, adorare, servire, amare.
Giosuè, guida di Israele, non chiamò i pagani ma i membri del suo popolo, del popolo con cui Dio aveva stretto un'alleanza sponsale. Ma un popolo che fa difficoltà a decidersi, a scegliere. Un popolo sposato con Dio, ma facilmente influenzabile, facilmente attirato da parole vuote e da miraggi vani.

Siamo figli di questi padri. Amiamo la confusione, il circa, il pressappoco e il più-o-meno.
Il relativismo non è male odierno, evidentemente. Un anziano signore, molto malato, quando ero ancora una giovanissima catechista, cercò di spiegarmi che un po' di religione, va bene, ma quanto basta, non bisogna esagerare!
Giosuè chiama Israele, amato dal Dio fedele, a fare finalmente la sua scelta, dopo quarant'anni di vagabondaggio e di infedeltà.
Scegliere. Con chiarezza e convinzione. Con motivazione e decisione. Definitivamente e totalmente.
E' l'unica possibilità di vivere e di non perdersi e morire nell'oscurità.
Ma pare che sia la cosa più evitata. Ieri come oggi.

Come al tempo di Gesù.
Quelli che lo abbandonano sono stati fino a poco prima discepoli.
La sua decisione indiscutibile, testarda, di amare in modo totale, impensabile, li scandalizza.

La cosa più triste è che solo l'amore è capace di scandalizzarci, noi che non ci scandalizziamo più davanti a nessun male.  Non solo non siamo capaci e non ci impegniamo ad amare, ma rifiutiamo di accettare l'amore; rifiutiamo di essere amati definitivamente, totalmente.
Troppo orgogliosi per accettare l'amore. Troppo deboli per amare.
E quindi in fuga... senza meta... senza vita.

Celebrazioni eucaristiche domenicali semivuote. Quante diserzioni davanti all'amore che si dona come cibo.
"Mangiatemi se volete vivere!". Ci scandalizza! Facciamo a meno. In cerca di altri cibi.
Anoressici del Vero Pane, bulimici di tutto il resto.

Oggi dobbiamo finalmente deciderci.
Non un altro giorno, non domani.
Oggi Gesù ci interpella, ci provoca, non ci supplica, non cambia la sua decisione di donarsi, non la limita, non la riduce. Il suo dono non è in discussione, è definitivo, totale. In discussione è la nostra fede, la nostra disponibilità a ricevere l'amore e al vita.
Oggi ci Gesù costringe a deciderci: "Volete andarvene anche voi?"
Lo chiede a noi, discepoli a tempo perso, cristiani part time, credenti impegnati, consacrati, sacerdoti:
"Volete andarvene anche voi?"

Non si vende all'audience delle folle Gesù, non cerca il successo e il plauso, non conta le presenze. Chiede un'adesione di fede, una risposta sincera, anche se segnata dalla debolezza e dalla fatica.

"Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio".

Beati noi se la nostra debolezza non teme di professare, con Simon Pietro, la fede e di consegnarsi a un amore che ci supera infinitamente, che ci innamora e ci sconvolge anche, ma che ci permette di vivere e di comunicare vita.
Beati noi se tutte le altre strade e le altre voci, pur belle, affascinanti, suadenti e attraenti, le riconosceremo insensate e vuote, metalli rimbombanti.
Beati noi se oggi possiamo ripeterti con libertà e dedizione: Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e mangiamo con gratitudine e commozione il tuo Pane di vita.

Ti benediciamo, o Padre, perchè ci concedi di andare a Gesù e nutrirci del tuo amore.









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