lunedì 6 agosto 2012

6 agosto. Il mio grazie!


Quel 6 agosto 1978, educatrice ventiquattrenne dell'ACR, ero a Nocera Umbra al campo nazionale educatori; dopo la cena, stavamo giocando e ridendo a crepapelle, quando sentii la voce di un assistente: E' morto il Papa. Credemmo fosse una battuta legata al gioco, ma lui ripeté: Sto parlando sul serio, è morto il Papa. Ci trovammo improvvisamente tutti ammucchiati in sala TV a vedere l'edizione straordinaria del TG. Muti. In pianto. Piangevo come avevo pianto cinque mesi prima la morte di mio nonno, che si era sentito sempre onorato di essere coetaneo del Papa.
Poi ci radunammo in cappella, in adorazione prolungata. Nel pianto, la nostra preghiera era lode e ringraziamento, per il privilegio di essere stati chiamati a crescere nella fede con la guida di un Papa illuminato, profeta e santo. Grande amico dell'Azione Cattolica.
Il grande Papa del Concilio Vaticano II. Il Papa che aveva chiesto alla Chiesa del XX secolo: Chiesa, cosa dici di te stessa? Il Papa che aveva guidato la rivoluzione copernicana dalla Chiesa società gerarchica alla Chiesa comunione. Il Papa della riforma liturgica. Il Papa della Chiesa "semper reformanda", dell'ecumenismo e del dialogo con le altre religioni. Il Papa che aveva riconsegnato alle mani, alla mente e al cuore dei cristiani la Parola di Dio, ma che aveva educato anche la Chiesa all'ascolto e al dialogo con il mondo contemporaneo.  Il Papa che aveva stimato, formato e promosso il laicato cattolico.
Il Papa che aveva dato le ali a noi giovani del dopo-concilio.

Non pensai che quel giorno la liturgia aveva celebrato la Trasfigurazione del Signore.




Raffaello Sanzio, La trasfigurazione (particolare), 1518-1520, Pinacoteca Vaticana, Roma



Come non lo pensai quattro anni dopo, quando decisi il giorno - 6 agosto -in cui, accompagnata dalla mia famiglia, avrei lasciato casa, lavoro, impegni parrocchiali e diocesani, per iniziare la mia esperienza nella Compagnia Missionaria del Sacro Cuore, a Bologna. Un mese dopo sarei stata ammessa a iniziare l'anno di orientamento (prova) che poi sarebbe stato seguito da due anni di formazione e quindi dalla consacrazione.
All'inizio di agosto andai a salutare il Vescovo diocesano, che aveva benedetto la mia decisione vocazionale, mons. Vincenzo Radicioni. Fu lui a farmi notare che la data da me scelta coincideva con la festa della Trasfigurazione del Signore: vedeva in questa coincidenza, per me del tutto casuale, un segno, un augurio, una benedizione.
Il 6 agosto 1982 arrivai in Compagnia Missionaria. Sentii di aver vissuto il mio esodo: non era stato facile - tutt'altro! - capire la mia vocazione, decidere la risposta, uscire dalla realtà in cui vivevo e che amavo molto e dove ero molto amata. Infatti, a forza di ricerche, entusiasmi, paure, lotte e salti di ostacoli... avevo 28 anni! Certo non erano i quaranta anni di Israele nel deserto... ma anch'io ero arrivata nella mia Terra Promessa!
E oggi si compiono trent'anni. E canto la mia lode e il mio grazie a Colui che mi ha chiamata e scelta... per la sua sorprendente misericordia e continua ad usare con me una pazienza infinita e, pur conoscendomi, continua ad affidarmi la missione per il suo Regno.
Con la gioia e la gratitudine del Cuore di Cristo, riconsegno al Padre il mio povero Eccomi, Perdonami, Grazie.

Nessun commento:

Posta un commento