mercoledì 26 settembre 2012

Pura acqua di sorgente


Davvero è possibile dire "una bugia a fin di bene"?
Davvero possono stare insieme la distorsione della verità e il bene?
Solo Dio è il Bene e Dio è Verità.
Se ci dissetiamo a quella Sorgente non possiamo lasciar scorrere acqua inquinata!

Gesù convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i demoni e di guarire le malattie. E li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi.
Così il Vangelo della liturgia di oggi: Lc 9,1-2

Stanno insieme demoni e malattie, regno di Dio e guarigione.
E ascoltando la prima lettura e il salmo responsoriale, mi pare di capire qual è la malattia più grave da cui dobbiamo chiedere di essere salvati.

Dal libro dei Proverbi: "Io ti chiedo due cose, non negarmele prima che io muoia: tieni lontano da me falsità e menzogna, non darmi né povertà né ricchezza, ma fammi avere il mio pezzo di pane, perché una volta sazio io non ti rinneghi e dica: <Chi è il Signore?>, oppure, ridotto all'indigenza, non rubi e abusi del nome del mio Dio" (30,7-9).
La menzogna e la falsità, dunque, sono le vere malattie da cui dobbiamo chiedere di essere salvati e da tutte quelle condizioni di vita che possono essere tentazione al male radicale: abusare del nome del mio Dio.
Perché quando si mente si abusa del nome di Dio.
Egli è Verità, è Luce. Se un cristiano, un figlio di Dio mente, testimonia che Dio suo Padre è menzogna: abusa del nome di Dio.

Gesù è morto per rendere testimonianza alla Verità: a Pilato, mentre è torturato, proclama che per questo è venuto al mondo. Egli è la Verità.

Con grande angoscia, ultimamente, mi sono trovata davanti ad alcuni di quelli che Gesù invia ad annunciare il Regno e a guarire dal male, ma che, nelle questioni quotidiane, anche gravi, con facilità, dicono "cose non vere" ( mi fa male scrivere "menzogne").

Il salmo responsoriale, oggi, ci fa pregare come prega il libro dei Proverbi:
"Tieni lontana da me la via della menzogna,
donami la grazia della tua legge...
I tuoi precetti mi danno intelligenza,
perciò odio ogni falso sentiero.
Odio la menzogna e la detesto,
amo la tua legge"  (Sl 118, 29.104.163).

Sicuramente, quanto più ci dissetiamo alla Parola che è Via, Verità e Vita, tanto più siamo tenuti lontani dalla tentazione della falsità, ci viene data la Luce per vedere che non è mai possibile che una pur piccola bugia porti frutti di bene.

Se coloro che nella Chiesa hanno il compito dell'insegnamento, dell'educazione, della testimonianza (ministri, catechisti, evangelizzatori, cristiani "praticanti") si permettono di mancare di verità nei discorsi e nelle relazioni in qualunque settore della vita quotidiana, chi crederà che dicono la verità quando parlano di Gesù Cristo e del suo Vangelo?

domenica 9 settembre 2012

Apriti... e ascolta... e parla!


La finestra aperta, Henri Matisse, 1905

XXIII Domenica Tempo Ordinario

Is 35, 4-7
Sl 145
Gc 2,1-5
Mc 7, 31-37

"Effata!" ordina Gesù, sospirando e toccando le orecchie e la bocca del sordo che non sapeva parlare.
"Apriti!"

Dio è relazione di tre Persone che si aprono l'Una all'Altra nell'Amore e ha creato ogni persona umana somigliante a Sé, cioè relazione.

La relazione è la persona stessa, ogni persona. Non esiste vita senza relazione. Si tratta di vita o di morte. Infatti le tombe sono chiuse, sigillate.
Dove qualcosa si chiude, cala la morte.
I sensi del corpo ci sono dati proprio per rendere possibile la relazione. Così come i sensi dello spirito. E gli uni vanno in soccorso degli altri.

Conosco una donna già anziana che non vede e non sente e quindi non parla. Grazie al tatto è capace di relazioni intense con le persone che la accudiscono e la amano e manifesta una profonda sensibilità d'animo.

"Apriti!" dice Gesù al sordo che non può parlare. Non lo dice solo alle sue orecchie e alla sua lingua. E' la persona che deve aprirsi: i suoi sensi esterni e interni.
Perché il primo comandamento che Dio offre al suo popolo, a ogni persona, al mondo intero è: "Ascolta!". E sappiamo bene che solo chi sente impara a parlare. Ma non basta sentire  per imparare a dire parole sensate, vere, libere. Occorre ascoltare con le orecchie e con la mente e con il cuore. Tutta la persona deve saper ascoltare.
Io ci sento bene e... la lingua non è impacciata... tutt'altro!
Di fronte a questa Parola di oggi, però, devo riconoscere che troppe volte non ascolto - Dio e gli altri - e le mie parole possono risultare suoni vuoti, noiosi, o possono trasformarsi in pietre e lasciare segni dolorosi e sanguinanti.

Per ascoltare un altro che parla e l'Altro - che è la Parola - occorre stare con Lui in disparte, a tu per tu. Occorre l'incontro degli sguardi, della pelle, delle labbra, del cuore. Un incontro di amore. Un incontro sponsale. E allora Gesù, lo sposo, con la Potenza dell'Amore del Padre, apre orecchie, lingua e cuore. Se osserviamo i gesti di Gesù con il sordomuto, scopriamo gesti sponsali.

Il miracolo - meglio il segno - della guarigione del sordomuto Gesù dovrebbe rinnovarlo per tante coppie di sposi.
Quanta confusione intorno alle coppie e alle famiglie: quante chiacchiere, parole vuote e insensate raggiungono le coppie! Immerse nella confusione, nei rumori esterni e interni, non sanno più ascoltarsi e parlarsi, vedono la relazione appassire, l'amore affievolirsi, l'attrazione annegare in tante attese e bisogni, indotti da una cultura egoista e stupida, una cultura che coltiva sentimenti di morte.
E si chiudono porte e finestre, quelle meravigliose porte e finestre che sono i sensi del corpo e i sentimenti dell'anima. E si crede di poterli riaprire altrove o di farli riaprire da altri.  Semplicemente e tragicamente diventano ciechi, sordi e muti: CHIUSI!

Ancora più tragicamente cercano aiuto dove non possono trovarlo. Soprattutto chiedono aiuto solo a chi dà loro ragione, alimentando sentimenti di chiusura, di sospetto, di rancore e di rivincita. Solo alla Sorgente dell'Amore si può chiedere una rinnovata capacità di amare: solo Dio è Amore.
Solo Dio può mettere amore dove non c'è o si crede che non ci sia più.
Solo Gesù può aprirci alla relazione di amore, che è dono di sé, accoglienza dell'altro, libertà e semplicità di lasciarsi accogliere e amare. Senza paura.
Ciò che ci chiude all'amore, che ci rende incapaci di relazione di amore è la paura. La paura chiude le porte e le finestre, mette i chiavistelli, ci convince che l'unica salvezza è nel difenderci e meglio ancora nell'aggredire. Ma chi chiude è già prigioniero, di se stesso, della morte.

"Apriti!" dice Gesù e realmente il suo Spirito, dono del Padre, spalanca - anche con forza, anche esponendoci al rischio di soffrire - le porte e le finestre, come fece nel cenacolo; e i discepoli, prima chiusi nella paura, andarono nel mondo ad annunciare l'Amore e a testimoniarlo fino al sangue.

Tu, Parola fatta carne, che sospira nella nostra stessa attesa di liberazione e salvezza, apri le nostre orecchie e il nostro cuore, vinci la paura e rendici capaci di dire l'amore in ogni lingua! Sempre. Fedelmente.