sabato 25 agosto 2012

Sorgente nel deserto: sgorga l'Amore



Assisi: ciò che contemplo dalla finestra, mentre il cuore desidera avvicinarsi al Cuore sorgente dell'Amore e la mente tenta di esporsi alla sua Luce.

"Vieni, o Spirito Santo, dà a noi un cuore puro, allenato ad amare Dio...
Vieni, o Spirito Santo e dà a noi un cuore grande, aperto alla silenziosa e potente parola ispiratrice..., un cuore grande, forte, solo beato di palpitare col cuore di Dio" (Paolo VI)

Siamo qui ad imparare di nuovo - dovremo farlo fino al giorno definitivo - la preghiera.
"La preghiera è la nostra vita ..... e il nostro luogo di riposo nella preghiera è il Cuore di Gesù, sono i suoi misteri di amore e di immolazione" (P. Dehon).

E ad Assisi le pietre e l'aria respirano preghiera. Il sole dall'alba al tramonto, le stelle e la luna cantano l'amore. Ad Assisi è ancora l'anima di Francesco e di Chiara che canta l'Amore del Padre rivelato in Cristo.
E il canto dell'Amore crea il Silenzio.

Siamo tutti qui come la povera vedova oppressa da un irriducibile avversario. La povera vedova, che ha sete di giustizia e di pace, di liberazione e di dignità, attende un giudice giusto, un Padre che la protegga, un Salvatore che la liberi, un Amore che la colmi. (cf Lc 18, 1-8)
"Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui?"  (Lc 18, 7) ci chiede Gesù. E ci provoca: "Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?" (Lc 18, 8).
Quale giustizia possiamo attendere, di quale giustizia e pace dissetarci, noi assetati pellegrini nel deserto, se non dell'Amore Trinitario?  Ma solo se ci esponiamo all'Amore e alla Luce di Dio, anche quando il buio sembra invincibile, il cuore griderà con la voce della fede.

Dall'ascolto della Parola di Verità, dall'esposizione alla Luce mite e umile dell'Eucaristia, potrà germogliare sempre di nuovo e gemere la voce della fede, eco dei gemiti dello Spirito Santo in noi.

Eccoci, dunque, alla scuola della Parola dell'Amore, della Parola fatta carne.   . Come Maria, come Francesco, come Chiara, come Leone Dehon.
Riscoprire sempre i gesti e i segni di un Amore che ci precede, per rispondere a quell'amore e diffonderlo nel deserto della solitudine, del dolore, della fatica in cui cammina l'umanità.

Nella solitudine riempita di Dio si genera la comunione con Lui e con l'umanità.
Senza preghiera non si conosce l'Amore che ci ha amato per primo.

"In questo si è manifestato l'amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui. In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.
Carissimi, se Dio ci ha amati così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri.  Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l'amore di lui è perfetto in noi. In questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli ci ha donato il suo Spirito. E noi stessi abbiamo veduto e attestiamo che il Padre ha mandato il suo Figlio come salvatore del mondo. Chiunque confessa che Gesù è il Figlio di Dio, Dio rimane in lui ed egli in Dio. E noi abbiamo conosciuto e creduto l'amore che Dio ha in noi. Dio è amore; chi rimane nell'amore rimane in Dio e Dio rimane in lui"
(1Gv 4,9-16).
 Senza preghiera non siamo capaci di riconoscere l'amore che riceviamo, di leggerne i segni, anche là dove sembra che non ci siano. Senza preghiera non siamo capaci di amare Dio e neanche l'umanità.
Senza preghiera non c'è gioia. Resta un deserto senza acqua e senza speranza.

"Vieni, o Spirito d'amore del Cuore di Gesù, io ho sete di riceverti, non posso più vivere senza di te" (P. Dehon)

"Rapisca, ti prego, o Signore, l'ardente e dolcissima potenza del tuo amore, l'anima mia da ogni cosa terrena, perchè io muioia per amore dell'amore di te, che per amore dell'amore di me ti sei degnato di morire" (Francesco di Assisi).

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