martedì 11 ottobre 2011

Era l'aurora

11 ottobre 1962 - Giovanni XXIII apriva il Concilio Vaticano II. Lo Spirito  Santo offriva alla Chiesa una nuova esperienza inebriante, di illuminata attenzione ai segni dei tempi, di verifica, di rinnovamento, di apertura a tutti i popoli e a tutte le culture, di incontro confronto e collaborazione con le chiese cristiane e con tutte le religioni; di riscoperta e di nuovo innamoramento della Parola di Dio annunciata e ascoltata in tutte le lingue, scavata e approfondita, ritrovata e riappropriata dai credenti come il tesoro nascosto; esperienza inebriante di riscoperta ineffabile e di presa di coscienza dell'insuperabile dono del battesimo che innesta a Cristo ogni uomo e ogni donna, rendendoli in Lui tutti re sacerdoti e profeti - Chiesa; di rinnovamento della liturgia  celebrata in tutte le lingue, incarnata nella vita degli uomini  e delle donne, tutti chiamati a  parteciparla consapevolmente; esperienza ineffabile di rinnovata pentecoste che chiamava ancora la Chiesa a contemplare, celebrare e servire il mistero eterno dell'amore di Dio e il suo disegno di salvezza e di santità universale, di cui la Chiesa - come Israele peccatrice e santificata - è segno e profezia.

La Chiesa giovane alla messa del Papa, GMG, Madrid 2011

Dal discorso di apertura del Concilio Vaticano II, di Giovanni XXIII:
Venerabili Fratelli,
La Madre Chiesa si rallegra perché, per un dono speciale della Divina Provvidenza, è ormai sorto il giorno tanto desiderato nel quale qui, presso il sepolcro di san Pietro, auspice la Vergine Madre di Dio, di cui oggi si celebra con gioia la dignità materna, inizia solennemente il Concilio Ecumenico Vaticano II.

 Il Concilio che inizia sorge nella Chiesa come un giorno fulgente di luce splendidissima. È appena l’aurora: ma come già toccano soavemente i nostri animi i primi raggi del sole sorgente! Tutto qui spira santità, suscita esultanza. Contempliamo infatti stelle aumentare con il loro chiarore la maestà di questo tempio, e siete voi, secondo la testimonianza dell’Apostolo Giovanni ; e per voi risplendere i candelabri d’oro intorno al sepolcro del Principe degli Apostoli, che sono le Chiese a voi affidate. Vediamo anche le degnissime personalità che sono convenute a Roma dai cinque continenti, in rappresentanza delle proprie Nazioni, e che sono qui presenti con grande rispetto e in cortesissima attesa.
Si può dunque dire che i Santi e gli uomini cooperano nella celebrazione del concilio: i Santi del Cielo sono impegnati a proteggere i nostri lavori; i fedeli ad elevare a Dio ardenti preghiere; e voi tutti, assecondando prontamente le soprannaturali ispirazioni dello Spirito Santo, ad applicarvi attivamente perché le vostre fatiche rispondano pienamente alle attese e alle necessità dei diversi popoli. Perché ciò si avveri, si richiedono da voi la serena pace degli animi, la concordia fraterna, la moderazione delle iniziative, la correttezza delle discussioni, la saggezza in tutte le decisioni.
Che il vostro impegno e il vostro lavoro, ai quali sono rivolti non solo gli occhi dei popoli, ma anche le speranze del mondo intero, corrispondano largamente alle attese.


Dio Onnipotente, in te riponiamo tutta la fiducia, diffidando delle nostre forze. Guarda benigno a questi Pastori della tua Chiesa. La luce della tua grazia superna Ci assista nel prendere le decisioni, sia presente nell’emanare leggi; ed esaudisci prontamente le preghiere che rivolgiamo a te in unanimità di Fede, di voce, di animo.
O Maria, Aiuto dei Cristiani, Aiuto dei Vescovi, il cui amore abbiamo recentemente sperimentato in modo particolare nel tuo tempio di Loreto, dove abbiamo venerato il mistero dell’Incarnazione, con il tuo soccorso disponi tutto per un esito felice, fausto, propizio; insieme con il tuo Sposo San Giuseppe, con i Santi Apostoli Pietro e Paolo, con i santi Giovanni Battista ed Evangelista, intercedi per noi presso Dio.
 A Gesù Cristo, amabilissimo Redentore nostro, Re immortale dei popoli e dei tempi, amore, potere e gloria nei secoli dei secoli. Amen

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