domenica 18 agosto 2013

Palestra senza vacanza



Già... nell'inquietudine la pace. Il Vangelo e la Parola di Dio in generale ci appaiono pieni di contraddizioni.... cioè la Verità contraddice le nostre illusioni.

Nella solennità dell'Assunzione di Maria, papa Francesco ha fatto emergere dalla contemplazione della Parola di Dio tre parole che sono esperienze vere di vita: lotta, risurrezione, speranza.
E in questa estate, mentre cerchiamo di fare vacanza, in qualche modo, la Parola, anche in questa domenica, ci riconduce in palestra, ci rimette davanti alla realtà della vita che è vera solo nella perseveranza della corsa, alimentata dal desiderio ardente che è passione d'amore per il Bene. E' vera solo nella lotta quotidiana contro ogni forma di male, di ingiustizia, a cominciare dall'egoismo, che è anzitutto ingiustizia verso se stessi e quindi verso gli altri. E' vera solo se concimata dall'attesa impegnata, che è speranza con il volto del servizio, della solidarietà, della comunione.

E tutto questo allenamento è possibile solo tenendo lo sguardo fisso su Gesù, principio, causa e compimento della fede, Uomo bruciato dalla passione d'amore per i suoi fratelli e sorelle, con i quali intende condividere la sua vita di Dio che scende a immergersi nella sofferenza e nella morte che li ghermisce e li inghiotte.

Geremia profeta, straordinaria immagine del messia perseguitato perché solidale con il destino tragico del suo popolo, viene salvato da un Etiope, uno straniero più saggio e coraggioso del re e più onesto dei fedeli di Israele che credono di dovere e potere difendere i diritti di Dio e del suo tempio e del suo popolo. Chiudendo gli occhi sulla Verità, pur di non perdere le loro illusioni di grandezza e di privilegi.

Chiunque, anche se lo fa o crede di doverlo fare in nome di Dio, si pone in posizione di separazione, di distanza, di privilegio; chiunque crede, perché si sa amato e scelto da Dio, di potersi esonerare dai pesi e dalla fatica e dagli obblighi che gravano su tutti i sui fratelli e sorelle, sta facendo, forse in nome di Gesù, il contrario di ciò che Gesù ha amato, desiderato, compiuto fino all'estremo: essere in tutto simile a ogni uomo e ogni donna che deve quotidianamente affrontare la vita nella limitatezza della carne, nel lavoro, nella sottomissione alla legge, nella lotta per la giustizia a costo di incomprensioni e persecuzioni, nel rifiuto di ogni privilegio compresa l'esenzione dalle tasse, nella povertà di ogni riconoscimento e successo. Nel dolore e nella morte. Nella contraddizione, nella ricerca, nel fuoco del desiderio, nell'angoscia dell'attesa, nella speranza della risurrezione. 
Senza vacanze. Ma nella pace del cuore che viene dal Suo abitare in noi e dal nostro abitare in Lui.





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