domenica 22 luglio 2012


Buon Pastore, Mausoleo di Galla Placidia, Ravenna

XVI domenica  anno B

Ger 23,1-6
Sal 22
Ef 2,13-18
Mc 6,30-34


L'inizio del capitolo 34 di Ezechele - mercoledì della XX settimana dell'anno pari - assomiglia molto al brano del capitolo 23 di Geremia che la liturgia ci ha proposto oggi.
Attraverso i profeti, il Signore buon pastore si rivolge con parole dolorose e dure ai pastori di Israele.
"Dice il Signore Dio di Israele, contro i pastori che devono pascere il mio popolo: Voi avete diperso le mie pecore, le avete scacciate e non ve ne siete preoccupati; ecco io vi punirò per la malvagità delle vostre opere... Costituirò sopra di esse pastori che le faranno pascolare". Così Geremia.
" Guai ai pastori d'Israele, che pascono se stessi! I pastori non dovrebbero forse pascere il gregge? ...Per colpa del pastore si sono disperse e sono preda di tutte le bestie selvatiche: sono sbandate. ...Così dice il Signore Dio: Eccomi contro i pastori: a loro chiederò conto del mio gregge e non li lascerò più pascolare il mio gregge, così non pasceranno più se stessi, ma strapperò loro di bocca le mie pecore e non saranno più il loro pasto. Perché così dice il Signore Dio: Ecco, io stesso cercherò le mie pecore ".  Così Ezechiele.

Nel Vangelo della liturgia di oggi, vediamo che la profezia di Geremia si realizza in Gesù, che ha compassione delle folle, che sono come pecore senza pastore. E come pastore compassionevole, Gesù si mette a insegnare molte cose. Il vero pascolo di cui le pecore hanno bisogno è la luce e la sapienza di Dio. Le pecore si disperdono, non conoscono la destra dalla sinistra, non sanno quale via seguire, non trovano il senso della vita.
La Parola di Dio è più necessaria del pane, della casa, della salute. Il Buon Pastore, Parola di Dio fatta carne, è venuto per dare la vita, la Sua Vita, in abbondanza!

Ma i pastori che non pascono o non sanno pascere le pecore, i pastori ai quali con tanta forza si rivolge il Signore, sono solo quelli di Israele alcuni secoli avanti Cristo? O la Parola proclamata nella liturgia è Parola viva oggi, parla a noi oggi? E allora la prima lettura di questa domenica non sarà per caso rivolta ai pastori di oggi?
Grazie a Dio tanti nostri pastori non somigliano a quelli cui sono rivolti i rimproveri di Geremia.
Ma mi chiedo: perché, di anno in anno, non ho mai trovato un celebrante che si soffermi a meditare sulle parole accorate che Dio rivolge ai pastori?
O se qualcuno ci prova... parla delle pecore che non seguono i pastori!
Oppure... l'ultima riflessione di ieri sera, sulla lettura di Geremia: i fedeli hanno bisogno dei consigli e delle indicazioni dei pastori, ma non li trovano, perchè ci sono poche vocazioni; dunque preghiamo per le vocazioni.

La tua misericordia, Buon Pastore, conceda l'amore e la sapienza del tuo Cuore ai pastori della tua Chiesa di oggi, e a chiunque nella Chiesa abbia responsabilità formative ed educative.
O chi insegnerà alle pecore ad ascoltare la Parola, se i pastori non danno segno di saper ascoltare quella rivolta direttamente a loro?




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