sabato 7 gennaio 2012

Gioia di vedere e camminare

Gentile da Fabriano, Adorazione dei Magi


Epifania del Signore

Is 60,1-6
Ef 3,2-3. 5-6
Mt 2,1-12

Quando si è addormentati, è difficile aprire gli occhi e vedere la luce e la realtà circostante che la luce manifesta. Quando ci si abitua al buio, diventa difficile, se non impossibile, aprire gli occhi alla luce. Quando si ha sempre gli occhi rivolti a terra, non si riesce più a scorgere il cielo.
Quando ci si abitua al disarmonico, al brutto, non si è più capaci di riconoscere la bellezza. Veramente gli occhi si sporcano più in fretta degli abiti, delle mani e dei piedi. E quando gli occhi sono al buio - dirà Gesù adulto - tutto il corpo e la vita intera sono al buio.
L'evangelista Giovanni avverte che la luce è venuta nel mondo, ma le tenebre, pur non potendola vincere, non l'hanno accolta. "Venne fra i suoi e i suoi non l'hanno accolta" (Gv 1,11).
L'evangelista Matteo conferma questa affermazione,  narrando avvenimenti straordinariamente significativi, in cui si incontrano personaggi diversi: stranieri che commuovono per la loro purezza, connazionali che angosciano per l'esattezza della loro dottrina resa inutile da un'assoluta indifferenza, un re accecato dall'adorazione del suo trono e disposto alla peggiore efferatezza per difenderlo da un bambino.

Forse Gesù pensava ai Magi, oltre che a  sua Madre, a Giuseppe, quando proclamò: "Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio" (Mt 5,8). Quegli stranieri erano venuti da oriente e a oriente i loro occhi puri avevano visto sorgere una stella e l'avevano seguita e, nell'entusiasmo del loro cuore puro, avevano creduto giusto coinvolgere Erode, il fortunato re di quel popolo per il quale il Cielo aveva inviato un Bambino. I sacerdoti e i teologi di quel popolo conoscevano bene le Scritture, ma i loro occhi non sapevano più contemplare il cielo né amare la terra e la ricerca dei Magi li lasciò in una totale indifferenza che custodiva la loro morta cultura e il loro acquisito benessere. Mentre la purezza del cuore e degli occhi dei Magi aveva terrorizzato il cuore omicida e tenebroso di Erode.

Mi commuovono questi stranieri che sapevano scrutare i segni del cielo e riconoscere le meraviglie di Dio sulla terra, la presenza di Dio nella debole carne umana di un Bambino. Mi commuove la loro limpida gioia nel rivedere la stella che li guidava a Betlemme, mentre sembrava essersi oscurata quando confidavano la loro visione a Erode.
E mi fanno ricordare un loro antenato: il primo che aveva avuto un occhio penetrante e al quale era caduto il velo dagli occhi (Cf Nm 24,3-4). Molti secoli prima, mentre Israele vagava nel deserto per raggiungere la terra a cui Dio lo destinava, il sapiente Balaam aveva avuto a che fare con un re che temeva di perdere il suo potere e la terra; che vedeva in un popolo fuggiasco una minaccia. Ma Balaam per primo aveva veduto il segno:
"Io lo vedo, ma non ora, io lo contemplo, ma non da vicino: una stella spunta da Giacobbe e uno scettro sorge da Israele"   (Nm 24,17).

Santi Magi, santi sapienti,
a voi, puri di cuore e capaci di intraprendere un faticoso e sorprendente viaggio, è stato concesso di vedere Dio nel Bambino di Betlemme. A voi è stata data la sapienza del cuore che ha aperto le vostre mani a distribuire tesori preziosi e profetici: nel Figlio di Maria avete riconosciuto il Dio del cielo, il Re di Israele, l'Uomo salvatore dei suoi fratelli. E siete ripartiti con Lui nel cuore che vi ha invitati a tornare per altra via. Quando si parte nella ricerca sincera e indifesa di Lui, non si può più tornare per la stessa via: quel Bambino diventa la via della vita, in ogni circostanza; la via della luce, anche quando ci si incontra con le tenebre di Erode; la via dell'amore, anche quando la storia sembra sprofondarci in una realtà ingiusta e violenta, egoista e disgregata; Egli diventa l'Altra Via, quella che ci offre sempre, instancabilmente, una nuova via di speranza: non tramonta nella storia la Stella di Betlemme. E nessuna tenebra, per quanto assurdamente e atrocemente oscura, nessuna strage degli innocenti, può vincerla. Quei martiri innocenti di ogni tempo accumulano carboni ardenti della giustizia divina sul capo dell'Erode di turno, sia questi un dittatore, un datore di lavoro, un capo militare, un educatore, un sacerdote, un genitore, mentre giocano con la corona del Re e sono nutriti di quella gioia eterna che sgorga dal suo Cuore.

Santi Magi, santi sapienti,
voi che contemplate le tante dimore preparate nel Regno per gli uomini e le donne che Dio ama, siete il segno e la testimonianza gioiosa e sorprendente dell'immensità del cuore di Dio entrato nella carne e nella storia umana. Intercedete per gli uomini  e le donne, di questo tempo e di ogni tempo che verrà, il dono della purezza di cuore che a voi è stata data, perché cada ogni velo dai nostri occhi, sia vinta ogni stanchezza dai nostri piedi, ogni pigrizia dalle nostre menti, sia smentita ogni ideologica menzogna mascherata di verità, sia liberato ogni cuore dalle catene del potere e della violenza, sia aperta ogni mano a ricevere e a donare, sia svelata a ogni stanchezza e a ogni rassegnata vecchiezza la gioia di una nuova sempre giovane Via Luminosa di Vita.







Nessun commento:

Posta un commento