domenica 18 dicembre 2011

Sii felice!

Beato Angelico, Annunciazione


Quarta Domenica di Avvento B
2Sam 7,1-5.8-12.14.16
Rm 16,25-27
Lc 1,26-38
"Non ho mai chiesto a nessuno una casa di cedro" dice Dio a Davide. "Da quando sono uscito dall'Egitto insieme al mio popolo, ho sempre abitato sotto una tenda".
Costruire una casa a Dio, significa ridurlo alle mie dimensioni, ai miei orizzonti, imprigionarlo nelle mie idee e nei miei progetti. Solo un idolo può essere rinchiuso in una casa. Non il Dio vivente, che ama abitare la fragilità e la libertà di una tenda.
Una tenda di carne, carne umana.
Non si può costruire una casa a Dio, fosse anche di cedro, fosse anche d'oro.
Ma si può diventare casa di Dio!
Davide non potrà fare una casa a Dio, ma Dio abiterà nella discendenza di Davide.
Nel seno di una donna, in un paese di periferia, sconosciuto.
Quarantasei anni aveva impiegato lo straordinario ingegno di Erode a realizzare lo splendore del tempio di Gerusalemme, la città santa.
La breve parola di una fanciulla di Nazaret permetterà a Dio di farsi la casa che da sempre ha cercato.
Giacobbe voleva conoscere il nome dello Sconosciuto con cui aveva combattuto una notte intera. "Perché mi chiedi il nome?" si era sentito rispondere: "Io dò un nome a te: Israele".
"Come ti chiami?" aveva chiesto Mosè alla voce che gli parlava dal roveto e che si era presentata come il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe: nessuno di loro, pur essendo nella sua amicizia, aveva potuto conoscerne il Nome. "Io sono colui che ha misericordia e che scende a liberare il suo popolo".
Colui a cui nessuno ha potuto dare una casa né un nome, entra da Maria e a lei chiede casa, alla sua carne e alla sua vita, al suo cuore. E lei lo chiamerà Gesù. Ogni amato gioisce di ricevere nome dalle labbra dell'amata. A Maria Dio chiede casa e nome e a sua volta, come sempre, mette a lei un nome nuovo: Piena di Grazia, Gioia di Dio.

"Rallegrati, dunque, sii felice! Dio viene a te con le sue sorprese. E i tuoi progetti... i tuoi sogni di promessa sposa... progetti semplici, qualunque, progetti comuni a tutti, progetti considerati da sempre volontà di Dio... progetti che ti fanno palpitare di trepidante gioia, di sottili timori e luminose speranze... che danno forza e solidità a un impegno di fedeltà.
Ma Dio è capace di sorprese... da Dio! E tu lo interroghi - soprendente anche questo! - ed Egli si compiace di risponderti, perché tu non tema di diventare Roveto: arderai senza consumarti, perché Egli, in te, diventerà piccolo, figlio. Il Figlio eterno di Dio, in te piccola serva del Signore, diventerà tuo Figlio e a Nazaret lo chiameranno sempre "Figlio di Maria".
Tu, per noi, lo chiamerai Gesù.
Donna soprendente, capace di accogliere con un "eccomi" le soprese di Dio, e di esserne felice.
Preparaci, donna dell'avvento, a riconoscere e amare le sorprese di Dio.
Insegnaci, felice serva del Signore, che non possiamo noi fare casa al Dio vivente, e nessun altra cosa. Donna di Nazaret, insegnaci che nella quotidianità semplice, là dove non lo cerchiamo e quando non lo aspettiamo, dentro e oltre ogni nostro progetto, nella povertà fragile della nostra carne, Egli chiede di abitare, desidera essere chiamato e creduto "Salvatore", rivelarci una gioia nuova, che spesso non sappiamo scorgere e può restarci sconosciuta...
Gioia di Dio, Madre del Figlio, rivelaci la gioia di diventare - per grazia - casa del Figlio, a nostra volta figli.














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