domenica 4 dicembre 2011

Occhi e voce di sentinella

Caravaggio, Giovanni Battista

Seconda domenica di Avvento B
Is 40,1-5.9-11
2Pt 3,8-14
Mc 1,1-8

Compiti della sentinella: vegliare; essere capace, anche nell'oscurità, di riconoscere ciò che accade; alzare la voce per avvertire di un pericolo o per annunciare una lieta notizia di pace e di vittoria. Una sentinella non veglia solo per se stessa, ma anche per il popolo.
Giovanni Battista è la sentinella che lo Spirito di Dio ha suscitato in Israele perché rendesse possibile l'accoglienza del Cristo. La sentinella deve essere attenta unicamente al suo compito, non può concedersi distrazioni, interessi diversi... Viveva nel deserto, vestiva di peli di cammello con una cintura. Tutto è ridotto all'essenziale, anche il cibo. Tutta la sua attenzione è rivolta allo Spirito di Dio e alla Parola che lo investe nel deserto e che gli permettono di riconoscere l'Atteso, l'Inviato, il Salvatore, l'Agnello.
Di nascita, Giovanni è sacerdote, come suo padre Zaccaria. Il suo annuncio e il suo ministero dovrebbero svolgersi nel tempio ed egli dovrebbe vestire di quelle vesti prescritte già da Mosè.
Invece Giovanni, sentinella, va a svolgere il suo compito nel deserto, dove Dio lo ha attirato, come Israele giovinetta.  Là, spogliato delle vesti del sacerdozio, lontano dal potere di attrazione delle belle pietre del tempio, Giovanni, consacrato dallo Spirito fin dal seno materno, può fissare lo sguardo purificato su ciò che Dio compie per il suo popolo. E può gridare per preparare la via al Vangelo di salvezza. E' lui la Voce che annunzia la consolazione di Israele promessa da Isaia. Giovanni non è il Vangelo: è la preparazione della via. Egli non è la Parola: è la Voce. Non è la Luce: è la lampada.
Egli non è il Cristo:  è lo sguardo che lo riconosce e lo contempla, è il dito che lo indica.
Giovanni è la sentinella che non attrae gli sguardi e gli interessi su di sé, che non cerca plausi e successi, non blandisce folle offrendo ciò che le folle amano sentire. Giovanni non è cembalo che tintinna a vuoto, non è bronzo che risuona o tamburo che rimbomba. Non è canna agitata da ogni vento: dirà Gesù.
Incommensurabile è la grandezza di Giovanni quando proclama: "Viene dopo di me colui che è più forte di me... io vi ho battezzato in acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo"; insuperabile quando arriverà a spostarsi dietro Colui che deve crescere. Non lo sfiora il peccato così diffuso in ogni realtà umana, compresa la Chiesa, a cominciare dalle nostre comunità, di chi si crede e si rende indispensabile, di chi si crede strumento privilegiato e insostituibile dell'agire di Dio. 
E così Dio e il suo Cristo e il suo Vangelo diventano scontati, già saputi, prevedibili, programmati... fino a diventare noiosi e incapaci di svegliare la sete del cuore umano, di offrire refrigerio al deserto, di far fiorire la salvezza. E allora occorre scoprire qualcosa di più vivace e interessante della Parola, di più attraente e rallegrante del Vangelo... solo perché non c'è più voce... Qualcosa di più ricco e rassicurante del deserto... perché le sentinelle rinunciano al loro compito... E il tempio diventa più attraente e rassicurante del Dio che lo abita, le voci - in gara tra loro per attirare attenzione - più affascinanti della Parola, le luminarie più emergenti della Luce. E ci illudiamo di essere discepoli che si preparano al Natale.
Giovanni Battista, la sentinella, se facciamo attenzione, irride le nostre illusioni, le riduce in deserto, mentre fa fiorire nel deserto del cuore il germoglio della fede appassionante in Colui che sta in mezzo a noi e che noi non riconosciamo.
Giovanni è la Voce che vorrebbe oggi ridurci al silenzio, per prepararci al Natale di Colui che viene. A quel Natale che è sorpresa quotidiana di Dio nella nostra vita.
"Egli viene!! Spianate la via! Togliete gli ostacoli! Altrimenti non potrà raggiungervi! Smettete di fissare lo sguardo su voi stessi, anche voi chiamati ad essere sentinelle! Fissate lo sguardo sull'Agnello:  non il vostro potere, la vostra scienza, le vostre insegne, le vostre grida, i vostri successi, i vostri monumenti, ma la sua mitezza e il suo sacrificio faranno fiorire il vostro deserto.
L'Agnello, "come un pastore fa pascolare il suo gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore madri". 

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