domenica 27 settembre 2015

Chi è il proprietario?


xxv domenica T.O.
Num 11,25-29
Sl 18
Gc 5,1-6
Mc 9,38-43.45.47-48

Lo Spirito è libero: Gesù dice che è come il vento. Lo Spirito è Dio: nessuno può appropriarsene.
Eppure è così facile che ci si creda proprietari dello Spirito! O almeno privilegiati destinatari del suo soffio, della sua sapienza, del suo potere.
E che l’errore (peccato?) di credersi proprietari o privilegiati destinatari dello Spirito sia più facile per coloro che hanno ruoli di responsabilità nelle comunità cristiane, ce lo dimostra proprio il discepolo-apostolo Giovanni, colui che chiamiamo il discepolo prediletto, l’amato.
E Gesù, con una spiegazione estremamente semplice, lo disillude, gli chiarisce le idee, o meglio gli apre gli occhi sulla realtà: lo Spirito non è appannaggio di nessuno, neppure degli apostoli, ma è dono. A ciascuno di noi è chiesto solo di rispondere con fede al dono immeritato. Chi compie le opere di Gesù può farlo solo perché lo Spirito agisce in lui attraverso la fede. Chi non è contro di noi è per noi.
Come apre il cuore questa parola,  alla fiducia, alla speranza, alla fratellanza. Se lasciamo che lo Spirito purifichi il nostro sguardo, ogni giorno, possiamo vedere il suo agire libero e buono in tante persone, in tante realtà umane, oltre che in tutto il creato e nella storia.
Come anche, sempre attraverso lo Spirito, ci è dato di riconoscere il male, anche quando è nascosto o mascherato.
Illudersi di essere i proprietari dello Spirito è un male nascosto, mascherato. È un ostacolo, una pietra d’inciampo, uno scandalo, che rende difficile o forse anche impossibile il cammino dei piccoli, che non sono solo i bambini, ma tutte le persone che desiderano il bene e, se gli fosse data la possibilità, seguirebbero Gesù.
 Gesù ci mette in guardia: discepoli e apostoli devono lasciarsi purificare dall’occhio del giudizio, dalla mano del potere e della separazione, dal piede della superbia, altrimenti diventano ostacolo al cammino dei piccoli, che poi sono la stragrande maggioranza dell’umanità e del popolo di Dio. Sono quelli che Dio sceglie perché li ama. E il compito dei pastori è proprio quello di essere strumento perché lo Spirito si diffonda su ogni persona.

MICHELANGELO BUONARROTI, Mosè

“Fossero tutti profeti nel popolo di Dio!”: come è  grande questo desiderio di Mosè, come è di Dio! Gesù è venuto ed è morto sulla croce, ci ha lasciato il suo corpo sacrificato e il suo sangue sparso proprio perché ogni persona venga raggiunta dallo Spirito e diventi profeta, capace di vedere l’umanità con  gli occhi e il cuore di Dio, capace di dire all’umanità la Parola di Dio.

Lo Spirito è in Gesù, nel suo cuore. E Gesù non ha voluto tenere per se quello Spirito che è Signore e dà la Vita, quello Spirito che solo può dare gioia e pace e amore. Ha voluto diffonderlo sull’umanità e per questo ha lasciato che il suo cuore fosse trafitto sulla croce e ne sgorgasse sangue e acqua.
Lo stesso discepolo Giovanni, che un giorno voleva impedire l’agire dello Spirito, sotto la croce, per primo, insieme alla Madre,  riceve il Dono e ne diventa testimone annunciatore:  Colui che ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera ed egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate (Gv  19, 35).

La missione evangelizzatrice di ogni battezzato e di tutto il popolo di Dio nasce proprio dal desiderio del cuore di Cristo che diventa nostro desiderio: su tutti, attraverso l’annuncio della Parola che suscita la fede, sia diffuso, attraverso i sacramenti, lo Spirito di amore e di santità, che ci rende tutti unica Famiglia di Dio.


La condanna che l'apostolo Giacomo minaccia ai ricchi, che hanno confidato nei loro possessi sfruttando e lasciando nell'indigenza i "piccoli", potrebbe forse essere rivolta anche a chi crede di avere l'esclusiva dello Spirito, della fede, della salvezza?
Qualunque ricchezza non condivisa può diventare causa della nostra condanna.
Lo Spirito ci purifichi e ci converta, perché ogni dono che abbiamo ricevuto non sia nostra proprietà esclusiva, ma come Gesù possiamo farci pane per ogni fame.

Nessun commento:

Posta un commento